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ATTUALITÀCRONACA

Sciopero dei treni nella regione del ponte crollato, respinta la richiesta del Comitato dei pendolari Savona- Genova all’Assessorato ai Trasporti

Sarà un venerdì particolarmente difficile per i tanti liguri che si affidano al trasporto su rotaia per gli spostamenti. Lo sciopero nazionale indetto dal personale del Gruppo Ferrovie dello Stato, iniziato questa sera alle ore 21, si prolungherà fino alle 21 di domani sera. Saranno garantite le fasce orarie tra le 6 e le 9 e tra le 18 e le 21.

Per quanto lo sciopero sia uno dei diritti fondamentali dei lavoratori, c’è da dire che, come spesso accade nel caso dei trasporti, gli unici a subirne veramente le conseguenze sono gli utenti. Ma se in generale, con le fasce orarie protette, lo si deve accettare, non si può non tenere conto che la Liguria sta vivendo un momento particolare. Il crollo del ponte Morandi, che ha avuto conseguenze devastanti per la viabilità della città di Genova, ha anche inevitabilmente orientato verso altre vie le scelte logistiche dei molti lavoratori che si spostano da e verso il capoluogo. E una della alternative è chiaramente quella del treno. Come documentato da tempo da varie testate giornalistiche, tra cui la nostra, il servizio ferroviario ligure non si è dimostrato all’altezza della sfida: i numerosi ritardi e i guasti che sono all’ordine del giorno, l’ultimo oggi nel Levante, non hanno di certo migliorato la malconcia immagine dell’azienda, basti pensare come nella cultura pop/social sia diventata sinonimo di “ritardi”.

“La Liguria avrebbe dovuto fare eccezione”, dicono in molti.  Il Comitato pendolari Savona – Genova ha provato a fare qualcosa di concreto nei giorni scorsi, come si legge in una nota apparsa sulla pagina Facebook: “Vi informiamo che, con riferimento allo sciopero di 24 ore, nella giornata di ieri (mercoledì ndr) abbiamo chiesto all’Assessore ai Trasporti Regione Liguria di farsi parte in causa affinché Trenitalia possa assicurare la normale offerta commerciale, al fine di evitare pesanti ripercussioni sul traffico di Genova, già martoriato a seguito del crollo del ponte Morandi.Ci dispiace comunicarvi che la nostra iniziativa non ha ottenuto lo sperato riscontro da parte dell’Assessorato. I pochi treni garantiti, soprattutto in orario di rientro dalle ore 18, non garantiscono sufficiente capienza: ai più non resterà che utilizzare l’auto. Vedremo, come di consueto sulla nostra pelle, quali saranno le conseguenze dal punto di vista del traffico cittadino, e dell’affollamento dei treni garantiti”. In effetti, chi ha un minimo di esperienza dei treni che riportano i pendolari verso casa, direzione Savona, sa bene che lo scioperò trasformerà in veri e propri “carri bestiame” i già intasati treni delle ore 18, risolvendo solo in parte il problema. La risposta dell’Assessorato è stata, come riportano i membri del comitato, quella di “rivolgersi ai soggetti competenti: prefettura e commissione di garanzia. E che comunque ci sono i treni garantiti”.

 

 

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