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ATTUALITÀ

Sempre…in treno

Il raddoppio Finale-Andora ancora in primo piano

A seguito del nostro pezzo dello scorso 16 maggio, “Un desiderio chiamato… treno”, che ha preso spunto da un ordine del giorno del Consiglio Comunale di Alassio, che riguardava comunque  la soppressione di taluni treni, ci è pervenuta una mail, firmato S.Sibilla, ma dovrebbe trattarsi dell’ingegner Stefano Sibilla, che ci informa di una ulteriore ricerca in corso, sulle problematiche del percorso ferroviario Finale – Andora e rimanda ad uno studio del 2007, redatto dall’ing Sibilla in collaborazione con il geometra Salvatico ed il dottor Vangelista, che accennava al raddoppio ancora di là da venire – come del resto lo è in definitiva ancora adesso – nel contesto del vero oggetto di quel lavoro ovvero il “prolungamento della ferrovia Ceva – Ormea dalla stazione intermedia di Garessio verso la nuova stazione della litoranea raddoppiata nella Piana di Albenga“, come era specificato nel titolo. Lo studio, specialistico ed accurato, base di dialogo più per una pubblicazione specializzata che non per le nostre pagine di informazione e di attualità, considerava comunque il valore e l’inevitabilità del raddoppio; citiamo da quanto vi si leggeva – omettendo i riferimenti di nota presenti nel testo – : La nuova tratta a doppio binario Andora – Finale Ligure, attualmente in fase di progettazione esecutiva, sarà lunga 31 km di cui 24 km in galleria; ad oggi se ne prevede la realizzazione entro aprile 2013 – cosa non avvenuta n. d.r. – Guardando alla Piana di Albenga  osserviamo però un’esigenza diriconnessione tra la costa e le valli , superando l’apparente cesura rappresentata dall’autostrada e dalla nuova ferrovia appaiate: collegamento in sede propria (tram-treno ) tra ilcentro di Albenga e la nuova stazione nell’entroterra.
La fascia costiera è il luogo dove si misura il miglioramento della qualità della vita e si materializza la vocazione turistica: si tratta di un turismo legato al periodo estivo, mentre, perla presenza giornaliera o di fine settimana, è importante il recente interesse per il turismodell’entroterra montano, che rompe l’egemonia della costa e l’omologazione della sua offertaturistica. L’Albenganese è caratterizzato da una profonda dicotomia fra costa ed entroterra; la ferrovia qui proposta potrebbe giocare un ruolo importante per superare i livelli di debolezza e dimarginalità che attualmente contraddistinguono le aree interne e, nel contempo, concorrere al decongestionamento delle conurbazioni costiere, alla conservazione non solo del paesaggio, ma della risorsa “acqua”, che sta divenendo fattore limitante non solo per gli insediamenti, maanche per lo stesso turismo stagionale .La bretella Garessio-Albenga renderebbe infatti sostenibile un certo pendolarismo entroterra-litorale, quando la conurbazione costiera, soprattutto nel periodo estivo, raggiunge un numeroquasi 5 volte superiore a quello della popolazione residente :Figura 13 – Ipotesi di tramvia costiera Andora – FinalmarinaNell’ipotesi di un prolungamento Bastia – Albenga si potrebbero, con un quadro normativoaggiornato, offrire tracce ad un servizio del tipo tram-treno, con rotabili caratterizzati daelevate accelerazioni, riunendo l’entroterra al litorale. Si avrebbe così uno sfruttandomaggiore, in tutte le stagioni, della tratta Cisano-Albenga, che serve le località più popolate e presenta assai minore pendenza; la ripida galleria di valico rimane invece dedicata al traffico interregionale, particolarmente intenso nei fine settimana, soprattutto nella bella stagione. Aspetto rilevante per valutare l’interesse nella bretella ferroviaria Garessio – Bastia è infatti anche la scelta della tecnologia da usarsi nel collegamento tra la nuova stazione di Bastia e la litoranea.Se si scegliesse il filobus o tram su gomma o altro mezzo non su rotaia, si guadagnerebbe in compatibilità ambientale per le minori emissioni di rumore ma si perderebbe la possibilitàdi evitare rotture di carico nella nuova stazione. Mantenendo invece l’uso della rotaia si possono usare rotabili del tipo tram-treno e servire efficacemente il collegamento fra Albenga e l’entroterra.Lungo il litorale, si potrebbe infatti riclassificare la sede ferroviaria in sede tramviaria, oltre aricavare spazio per piste ciclabili; si consideri infatti che fra Finalmarina e Andora si contano ormai oltre 500mila persone fra residenti e villeggianti: un enorme bacino di utenti potenzialiper una tramvia, pur stagionale .”
Tale interessante punto di vista, sostenuto pure da considerazioni assolutamente pertinenti di economia e di economia turistica, trova però un limite, a modesto parere dello scrivente, che non è tecnico esperto, con quanto scritto nella mail pervenuta, ovvero l’auspicio che: “… il raddoppio venga completato ma non rimanga una cattedrale nel deserto, con stazioni poco accessibili, anzi, venga integrato con una tramvia costiera (che non esclude la ciclabile, ovviamente) in modo che la Riviera si doti di un TPL di qualità, per il suo rilancio anche nel turismo internazionale, e si pongano le basi per un vero trasferimento del traffico dalla gomma al ferro,con conseguente futuro risparmio di suolo.”

Non si comprende come possa essere ritenuto alla stregua di una “cattedrale nel deserto” il completamento del raddoppio della linea ferroviaria che percorre l’arco ligure, che metterà fine ad una strozzatura che impedisce od ostacola una regolare funzione di traffico veloce, che permetterà di chiedere di più a Trenitalia, che ha eliminato gli Intercity e ridotto a secondaria una linea importante che collega alla Francia. Certo il problema che appare più evidente riguarda la mobilità verso e dalle nuove stazioni, talvolta molto decentrate – non comunque la stazione di Sanremo, che una forsennata opinione espressa da uno degli ultimi “comitati” contro il raddoppio considera inutile e addirittura causa di dissesti di servizio – e rappresenta  indubbiamente un problema da risolvere ma, nel contesto del miglioramento, di più, dell’adeguamento alle esigenze attuali, della viabilità ferroviaria ligure, l’ultimo tratto di raddoppio non può che essere definito un’opera fondamentale!

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