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Sotto l’ombra rossoblù Della prima Coppa Italia – Giocare per la maglia : ecco cosa fa la differenza!

Passare  dalla polvere all’altare nel giro di una sola settimana può succedere a chi ogni domenica deve ripuntare sulle proprie possibilità. D’accordo che in questa fase del campionato se incontri una pericolante che come te lotta con tutte le sue forze per rimanere in categoria (come è avvenuto nella debacle accusata con il Ligorna) trovi molte più difficoltà che non nell’affrontare il tranquillo e già appagato Fossano, non a caso regolato per 2 a 0 dai rossoblù di Tarabotto. Si suol dire che siano le motivazioni a fare la differenza nel calcio e di norma questo accade. Ma nella bella e importantissima vittoria del Vado nelle Langhe ha avuto una incidenza fondamentale un altro aspetto.Sto parlando dell’attaccamento alla maglia.Non che manchi in generale nella variegata compagine allestita prima dal tandem Aurelio-Puggioni e modificata poi dal presidente in prima persona (con buon sostegno dei procuratori di turno) ma nella formazione scesa in campo al “Pochissimo” si è riletta la tanto auspicata matrice della “vadesità” che, non se ne abbia nessuno, rappresenta un vero e proprio marchio di fabbrica, un brand che ha caratterizzato la storia del sodalizio. Chi dice questo ha indossato quella gloriosa casacca per 11 anni al punto che se la sentisse come una seconda pelle. Ebbene credo fermamente che il rientro negli 11 titolari di un elemento quale Marc Tona (guarda caso come già era avvenuto nel derby d’andata strappato al Savona) sia un segno profondo da cogliere, sottolineare e a cui dare continuità. Più sale numericamente e più si rinsalda la “vadesità” del gruppo, più si lotta.per l’obiettivo. Questa è la strada maestra e andrebbe percorsa magari creando via via delle opportunità anche ad alcuni elementi che militano della Juniores Nazionale con buon profitto.Dal punto di vista tattico direi che continua a proporsi il tema dell’interpretazione del modulo. In questo caso a fare la differenza più che la disponibilità al rientro degli esterni d’attacco in fase di non possesso (fondamentale e scontata se vuoi puntare sul 4-3-3 e vuoi coprirti) preferisco far osservare che si è puntato  (aggiungo finalmente), su un terzino (o esterno basso, che dir si voglia) destro di ruolo (leggasi l’ottimo esordio del neo tesserato Galliano Venturini, classe 2000 proveniente dal Vigasio ed ex Vicenza Giovanili) puntellando meglio le fasce, e si è rivitalizzata la mediana (l’assenza di Gallo pareva essere un handicap quasi incolmabile) con l’innesto di un contrista come il già citato Marc e facendo giostrare nel suo ruolo naturale il promettente Dagnino, che ha potuto mettere in luce quelle doti che lo avevano distinto tra le fila delle under della Samp. Le bandiere (da capitan Illiante al baluardo Guarco) hanno sventolato nel cielo piemontese e confidiamo possano farlo ancora nell’attesissimo prossimo match con il Prato di Esposito secondo in graduatoria e smanioso di ritornare in testa.

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