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CULTURA

UN OROLOGIO BERGALLO IN ARGENTINA

di Giorgio Siri

Nel 1934, Giovanni Bergallo costruì un orologio che venne inviato in
Aregntina, precisamente in Patagonia; il fatto ebbe risonanza e venne
raccontato dai giornali dell’epoca ma, sino a pochi mesi, fa nessuno
sapeva dove fosse finito l’orologio. Tramite ricerche d’archivio curate
da Luigi Barlocco e con l’aiuto della prof.ssa Andrea Nicoletti,
dell’Università di Bariloche in Argentina, è stato possibile però,
risalire alla cittadina di Puerto Santa Cruz, 3500 abitanti
sull’Atlantico, come luogo di destinazione.
Su questa traccia, Alessandro Beltrame, titolare di AGB Studio Video e
Giorgio Bonfiglio, appassionato di storia, sono riusciti a scovare
l’orologio, a fotografarlo e ad entrare in contatto con la comunità di
Puerto Santa Cruz, una delle missioni Salesiane in Patagonia.

L’artigianato e l’intraprendenza commerciale di questa piccola azienda
ligure, il fenomeno delle migrazioni, l’apostolato Salesiano in
Sudamerica saranno fra i contenuti del documentario video prodotto da
AGBVideo e dal Museo dell’Orologio da Torre. Il video sarà anche
l’occasione per ripercorrere la traversata dagli Appennini alla
Patagonia che portò l’orologio in Argentina 82 anni fa. Il Museo
Bergallo concentrerà i propri sforzi per raccogliere i fondi necessari
alla realizzazione delle riprese in Italia e in Argentina ed alla
produzione del documentario filmato, che testimonia la capacità e
l’inventiva degli italiani all’estero anche in condizioni di estrema
difficoltà. Entro poco tempo sarà attiva una piattaforma di crowdfunding
sul sito di Rete del Dono per raccogliere i contributidi chi vorrà
partecipare, in qualche modo, al progetto della  spedizione, anche senza
andare fin laggiù.

Il progetto prevede due distinte missioni, per il febbraio 2017: la
spedizione della troupe televisiva che precederà i viaggiatori e filmerà
la loro visita a Puerto Santa Cruz e l’incontro con la popolazione
locale, interessata e curiosa di conoscere le origini della loro
comunità, un tempo missione salesiana. Un viaggio di dodici giorni
secondo gli itinerari tradizionali, organizzato da una agenzia
specializzata, che toccherà i luoghi piu’ interessanti della Patagonia
sino alla punta estrema dell’America Meridionale, con un giorno a Puerto
Santa Cruz, durante il quale i viaggiatori liguri che lo desidereranno,
potranno partecipare attivamente e in prima persona, sotto la direzione
del regista, alla realizzazione del video filmato che racconterà il
viaggio avventuroso di questo orologio che tuttora è in funzione, segno
tangibile della qualità “Bergallo”.

Il percorso di avvicinamento è iniziato il 12 ottobre, il giorno della
scoperta dell’America e, nelle prossime settimane, avrà altri momenti di
presentazione al pubblico ed agli organi di stampa.

Il Museo dell’Orologio di Tovo San GIacomo nasce dalla volontà
dell’ultimo orologiaio, Giovanni Bergallo, che volle donare al proprio
paese la sua collezione di orologi, per esporla come testimonianza
dell’arte orologiaia  e della tradizione familiare per le “macchine del
tempo”.

I Bergallo costruirono orologi da torre fra il 1861 e il 1980 nella
casa-officina dove svolsero tutta la loro attività. I loro orologi
furono installati in Liguria, Piemonte, Val d’Aosta, Valtellina; quello
che finì più lontano raggiunse appunto la Patagonia. Gli orologi esposti
sono pezzi autentici (il più antico risale al XVI secolo), raccolti
dalla famiglia Bergallo stessa e provenienti da donazioni di
collezionisti, da chiese e da altri enti.
Oltre agli orologi il museo espone quadranti, lancette, “stranezze”
provenienti da campanili, carrucole, tutti oggetti attestanti una ricca
storia della tecnica e della meccanica orologiaia ormai irripetibile.
Per vedere qualcosa di simile, la meta più prossima è forse Ginevra, in
Svizzera.

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