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Waste Italia: il Comune di Vado avrà le briciole

Il Comune di Vado Ligure, in veste di creditore, si era opposto, lo scorso mese di luglio, al piano di rimborso dei creditori presentato al Tribunale di Milano dalla società Waste Italia per essere ammessa al concordato preventivo. Nonostante il voto contrario espresso dal sindaco Monica Giuliano, il Tribunale, agli inizi di agosto, aveva approvato il concordato, fissando per giovedì 18 ottobre l’udienza collegiale per l’omologazione, con l’invito ai creditori dissenzienti di costituirsi in giudizio. Ma l’Amministrazione vadese, che è tuttora impegnata in un estenuante confronto legale su più livelli con Waste Italia, questa volta ha rinunciato ad opporsi ulteriormente.

Il legale del Comune ha chiarito che un’opposizione all’omologazione del concordato avrebbe dovuto basarsi su prove attraverso le quali potesse essere contestata la regolarità della procedura concordataria o la fattibilità economica del piano ovvero la maggiore convenienza di altra soluzione concretamente praticabile. In caso contrario, nonostante il Comune fosse formalmente legittimato a opporsi in quanto creditore dissenziente, si sarebbe andati incontro a costi processuali inutili e poco giustificati.

Waste Italia gestisce la discarica comunale per rifiuti urbani del Boscaccio attraverso la società Ecosavona (partecipata al 20% dal Comune di Vado Ligure e al 5% dal Comune di Savona) e, attraverso la controllata Green Up, la discarica per rifiuti speciali di Bossarino. A parte il contenzioso su Ecosavona, il Comune di Vado, relativamente all’impianto di Bossarino, vanta un credito di circa 85 mila euro per tasse arretrate non pagate (Imu – Tasi) e un altro credito, per circa un milione e 7 mila euro, per contributo di costruzione e oneri di servizio arretrati.

Il Tribunale di Milano, approvando il concordato preventivo, ha ammesso a tutti gli effetti il piano presentato da Waste Italia che prevede, secondo i tecnici del Comune, “una rilevantissima falcidia” delle somme vantate in quanto il credito tributario (85 mila euro) verrebbe rimborsato nella misura del 15%, cioè, circa 12.700 euro, nell’arco di cinque anni, mentre il credito ultramilionario sarebbe soddisfatto addirittura nella misura del 5%, ovvero con soli 50 mila euro.Effettivamente più ancora che un afalcidia, una presa in giro!

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