Please assign a menu to the primary menu location under menu

Archivi

CULTURA

“Le migliori canzoni della nostra vita anni ’90”, Michele Zarrillo canta “Cinque giorni”

Ci avviciniamo sempre più ai giorni nostri. Gli anni ’90 sono iniziati con le Notti Magiche, il Mondiale italiano giocato sulle note indimenticabili di Nannini e Bennato. Il 7 febbraio del 1992 viene firmato il Trattato di Maastricht. In Italia, Mani pulite spazza via il vecchio sistema dei partiti e pone fine alla Prima Repubblica. Berlusconi “scende in campo” e avvia la sua epopea. La tecnologia comincia a diventare sempre più parte delle vite di tutti, ma pochi avrebbero previsto, probabilmente, quanto sarebbe diventata importante nella nostra quotidianità. (Michael Traman)

Michele Zarrillo – CINQUE GIORNI (1994)

“Superpippo” ce l’ha fatta! Nel 1994, alla sua terza conduzione consecutiva (settima complessiva) del Festival della Canzone Italiana, Pippo Baudo ne assunse anche la direzione artistica. Fu la prima volta nella storia della kermesse – tornata quest’anno ad essere coordinata in toto dalla RAI – in cui i due ruoli coincisero, una duplice veste che il presentatore siciliano (in questa occasione affiancato sul palco da Anna Oxa e Cannelle) avrebbe mantenuto in tutte le successive edizioni a lui affidate. Lo stesso DopoFestival, condotto da Mara Venier con Renato Zero e Roberto D’Agostino, fu realizzato sotto la sua supervisione. Altrettanto per la prima volta la competizione vide primeggiare, nelle rispettive categorie, due artisti non vedenti, entrambi toscani: tra i “Campioni” trionfò “Passerà” di Aleandro Baldi (pseudonimo di Aleandro Civai, già vincitore delle “Novità” nel 1992 con “Non amarmi” cantata in coppia con Francesca Alotta), mentre tra le “Nuove Proposte” (che annoveravano tra le proprie fila due ragazze destinate ad esplodere ben presto: Irene Grandi e la figlia d’arte Giorgia Todrani, che artisticamente avrebbe adottato solo il nome di battesimo) si impose “Il mare calmo della sera” dalla voce del tenore Andrea Bocelli, divenuto di lì a poco una star a livello mondiale. Grande fu il successo riscosso dal compianto Giorgio Faletti, che a sorpresa abbandonò la sua veste comica per presentarsi in qualità di cantautore impegnato con la commovente “Signor tenente” (ispirata alle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio), che gli valse il secondo posto e il Premio della Critica, e da Laura Pausini (vincitrice della sezione “Novità” nella precedente edizione con la famosa “La solitudine”), terza con “Strani amori”, che risultò il singolo sanremese più venduto dell’anno nonché uno dei pochissimi ad entrare nella Top 100 di fine anno, in cui chiuse al trentaquattresimo posto. Tuttavia furono in molti – compreso il secondo classificato Faletti – a riconoscere in “Cinque giorni” di Michele Zarrillo la canzone più bella tra quelle proposte in gara a quella quarantaquattresima edizione del Festival, dove ottenne il quinto posto. Il brano, scritto dallo stesso Zarrillo insieme a Vincenzo Incenzo ed inserito nell’album “Come uomo tra gli uomini”, è tuttora riconosciuto come il più rappresentativo della discografia del cantautore romano, che nel 1997 ne incise la versione in lingua spagnola dal titolo “Cinco Dias”, contenuta nell’omonimo album pubblicato in Spagna. La canzone vanta altresì due covers – una realizzata l’anno successivo da Fiorello, compresa nell’album “Finalmente tu” (dal titolo della canzone con la quale lo showman siciliano, appunto nel 1995, gareggiò a Sanremo) e l’altra, incisa nel 2006 da Laura Pausini, facente parte dell’album “Io canto” (composto esclusivamente da reinterpretazioni da parte della cantante romagnola di brani di altri artisti) – nonché, a livello regionale, un’esilarante parodia in dialetto genovese ad opera del gruppo ligure dei Buio Pesto (contenuta nell’album “Palanche”, anch’esso del 2006) ed il cui titolo si scrive allo stesso modo dell’originale in italiano, ma si pronuncia “sinque giurni”.   (Boris Carta)

Rispondi