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ATTUALITÀCuriosando qua e là

Abbattuta l’ultima porzione della Diga di Begato

Dopo l’inizio dei lavori avvenuti nella primavera di quest’anno è stata abbattuta l’ultima porzione della Diga di Begato di Genova, simbolo del degrado delle periferie; al posto delle costruzioni abbattute saranno costruite 3 palazzine sostenibili da 20 alloggi ciascuna.

“Il momento della riqualificazione di questo quartiere è arrivato”, dichiara l’assessore regionale all’urbanistica Marco Scajola, “e sono stati demoliti 175.000 metri cubi di cemento. Più di 700 persone sono state trasferite e nel 2022 avremo un nuovo quartiere green con al centro le esigenze della collettività; abbiamo lavorato giorno e notte per confrontarci e prendere decisioni con i diversi enti. I fondi ci sono già e alla fine del prossimo anno avremo un nuovo quartiere; saranno recuperati alcuni alloggi non demoliti della Diga Bianca e verranno realizzate tre palazzine eco-sostenibili di edilizia pubblica all’avanguardia per un totale di circa 110 alloggi tra quelli ristrutturati e quelli che saranno ricostruiti”.

Stessa soddisfazione da parte di Paolo Gallo, amministratore unico facente funzione di ARTE :”Siamo alla seconda fase del progetto Restart Begato che è iniziata ad aprile di quest’anno con la demolizione degli edifici ed i tempi sono stati anticipati di due mesi; questo lavoro è per Arte, soggetto attuatore, motivo di orgoglio. Nella fase precedente, in collaborazione con la regione ed il comune di Genova, abbiamo fatto spostare circa 374 famiglie che vivevano qua mentre ora ci sono tutte le premesse per la terza fase che vede la ricostruzione con un’impostazione diversa; il piano prevede la realizzazione di 3 stabili con 60 alloggi in totale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale. La regione, attraverso un programma statale per il miglioramento della qualità dell’abitare, ha ottenuto ben 15 milioni per la realizzazione delle nuove palazzine e la riqualificazione degli spazi; gli alloggi realizzati saranno a basso impatto ambientale e la scelta degli inquilini avverrà con le regole attuali che prevedono una graduatoria del comune per l’edilizia residenziale pubblica mentre per l’edilizia sociale verrà applicato il regolamento comunale e quello di Arte, che non può vendere gli appartamenti. La fase uno ha visto il trasferimento delle famiglie presso altri alloggi che vivevano presso la Diga abbattuta ed il laboratorio di ascolto non si è mai fermato durante la pandemia; il 45% delle famiglie ha deciso di restare in Valpolcevera mentre gli altri hanno scelto zone diverse della città dopo un attento confronto con il personale regionale”.

“Da queste macerie ci sarà la resurrezione del quartiere”, afferma l’assessore ai lavori pubblici del comune di Genova Pietro Piciocchi, “e la fase che mi preoccupava di più era quella del trasferimento delle famiglie poichè molte persone, soprattutto anziani, hanno passato qui la loro vita ma le sinergie ci hanno portato ad ottenere ottimi risultati visto che abbiamo fatto capire alle persone che avrebbero migliorato le loro condizioni. Abbiamo ottenuto 15 milioni per la ricostruzione del quartiere e a breve ci sarà un percorso condiviso con chiunque voglia partecipare; questo lavoro ci ha fatto crescere come amministratori perchè ci ha dato coraggio e per il trasferimento delle famiglie abbiamo fatto tesoro delle esperienze fatte con il ricollocamento degli sfollati dopo il crollo del Ponte Morandi. Abbiamo ben 170 milioni gestiti da Arte su mandato dell’amministrazione comunale per la riqualificazione della zona da spendere entro due anni”.

“Abbiamo finito i lavori due mesi prima del previsto”, riprende l’assessore Scajola, “e sono convinto che il Modello Liguria uscirà dai confini liguri poichè questa è una cosa nuova per l’Italia. I soldi per la ricostruzione ci sono già e questo quartiere sarà un esempio per tutti. Ringrazio le famiglie che hanno lasciato questi alloggi per trasferirsi altrove senza dimenticare che le nuove abitazioni saranno un importante progetto per dare un’opportunità ai più fragili”.

“Abbiamo raggiunto un importante risultato e qui vogliamo avere al più presto nuove case e nuovi servizi”, sottolinea il sindaco di Genova Marco Bucci, “e questo quartiere deve essere vivo e di qualità con un integrazione diffusa evitando di farlo diventare una sorta di ghetto e per le cosiddette Lavatrici di Pra abbiamo un importante progetto di riqualificazione. Dopo un importante controllo attraverso le celle telefoniche abbiamo potuto vedere che nella nostra città risiedono stabilmente più di 650.000 persone di cui molti domiciliati e tutto ciò dimostra che i dati anagrafici dei residenti non raccontano la verità; per i bandi di rigenerazione occorrono progetti specifici riguardanti la zona di Pra. A maggio termina la legislatura con ben quattro miliardi già finanziati per le opere più due che dovrebbero arrivare con il Recovery Plan ma il vero problema sono i tempi di esecuzione poichè servirebbe la stessa rapidità usata per la ricostruzione del Ponte Morandi. Questa zona sarà un simbolo di integrazione e rigenerazione urbana; ringrazio chi ha lavorato alla demolizione e le famiglie che hanno accettato il trasferimento senza lamentarsi ma voglio dire a chi ha deciso di restare qui che avrà un quartiere moderno ed ecologico”.

“Oggi è una giornata storica per Genova e le Dighe di Begato sono un esempio di pessima gestione urbanistica e contesto sociale; saranno recuperato alcuni alloggi esistenti e creati altri secondo tecniche moderne. Abbiamo spostato i nuclei famigliari che vivevano qui recuperando alloggi popolari sfitti con un reinserimento delle persone in contesti migliori; questo è un antipasto di una prossima rigenerazione urbana che verrà realizzata con fondi regionali e statali. Le Dighe sono state per anni un simbolo di ghetizzazione e di disagio delle periferie e vi è necessità di realizzare un modello abitativo integrativo con persone che hanno vite e situazioni diverse tra loro; questo è stato un lavoro difficile anche perchè la quantità di macerie prodotta è stata il triplo di quelle del Ponte Morandi ma ringrazio tutti coloro che hanno accettato di trasferirsi ricordando che Genova cambierà volto con la riqualificazione e si potrà parlare di un  Modello Genova anche per Begato”, conclude il presidente della regione Liguria Giovanni Toti.

 

 

 

 

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