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Agricoltura ligure a dura prova per il gelo

Il gelo e la neve della scorsa settimana non sono stati senza conseguenze, per la Liguria e per il Savonese. Oltre alle scuole chiuse, al traffico rallentato, alla chiusura a tratti dei caselli autostradali, l’incredibile blocco delle ferrovie, effetti più o meno collaterali e passeggeri, tra i danni durevoli e reali si collocano quelli che l’agricoltura ha subìto a causa delle quattro ininterrotte giornate di gelo.

Confagricoltura Liguria ha incontrato il primo di marzo, il Presidente della Regione, Giovanni Toti, per illustrare una prima valutazione dei danni che da Ventimiglia a Sarzana hanno riguardato tutte le produzioni a pieno campo. “Abbiamo richiesto – spiega una nota di Confagricoltura – l’immediata attivazione delle procedure che consentono la richiesta di stato di calamità naturale, mentre l’emergenza, specie quella legata al gelo, è ancora in pieno atto”. Identica iniziativa era stata sollecitata da Coldiretti.

Da parte del Presidente Toti è stato confermato che gli assessorati competenti e le strutture regionali si sono già attivate per un monitoraggio sul territorio, per sincerarsi, in prima battuta, della presenza delle condizioni di “dimensione” previste dalle norme in materia. Il quadro andrà aggiornato nei prossimi giorni quando i danni del gelo saranno più chiaramente visibili.

Il quadro, secondo le indicazioni di Confagricoltura, si prspetta grave. Nell’Imperiese si stima siano state perse tutta la ginestra e la mimosa in fiore. Danni anche agli ulivi. Perso almeno il 30 % della produzione in pieno campo di ranuncoli e anemoni. Nel Savonese danni ingenti alle produzioni in pieno campo della piana di Albenga. Tutte le aromatiche “a foglia tenera” sono distrutte. Compromessi i raccolti di ortaggi. Da valutare le conseguenze sulle altre piante in vaso. Danni ingenti, a causa del vento, a tunnel e serre, con le temperature che in molti punti hanno toccato i meno 4, meno 5, ovvero temperature al limite della sopravvivenza per molte piante. Nello Spezzino preoccupano le conseguenze del gelo sulle giovani barbatelle in viticoltura, come segnalano, a nome di tutti gli altri agriturismo, Il Fienile e Villanova. Compromessi limoni e aranci e un po’ ovunque condutture delle serre danneggiate dal gelo. Preoccupano anche le conseguenze del gelo sugli ulivi, specie nell’entroterra.

Non meglio nell’entroterra savonese dove molti agriturismi segnalano la perdita totale degli orti e ingenti danni agli alberi. Cosimo Melacca, presidente nazionale di Agriturist, segnala che “il peggio non è stata la neve, ma il gelo con picco a Rialto di meno 10 gradi e una media a meno 5 che ha danneggiato tutte le colture. I conti li faremo tra cinque/sei giorni”. Problemi anche per la zootecnia e per gli animali in genere.

Da Albenga il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis, ha segnalato la compromissione di quasi tutte le aromatiche in pieno campo. Oltre a ciò, tante aziende, come la sua stessa, devono fare i conti con i postumi dell’alluvione del 2014 “e si trovano ora a perdere l’intero raccolto di ortaggi”. “Occorre – continua Confagricoltura Liguria – un impegno totale di istituzioni, nostro e delle compagnie di assicurazione, per giungere davvero a poter assicurare le produzioni. Ad oggi – precisa Confagricoltura – nella sola piana di Albenga, ad esempio, assicurare un singolo vaso di qualsivoglia aromatica costa in termini di premio pagato ben più del valore di vendita sul mercato del bene stesso. Questo non è più accettabile!”

Su questo punto da registrare anche un preoccupato intervento della Cia Agricoltori Italiani. “Gli eventi atmosferici di questi giorni – scrive il presidente di Cia Liguria Aldo Alberto in una lettera aperta ai colleghi agricoltori – hanno messo a dura prova buona parte delle nostre coltivazioni con danni ingenti che inevitabilmente incideranno negativamente sul reddito delle nostre aziende. Abbiamo deciso di attivare da subito tutte le procedure indirizzate al riconoscimento dello stato di calamità naturale, pur consci sia delle difficoltà dell’iter burocratico sia, soprattutto, del reperimento dei fondi necessari. Entrambi gli elementi  sono legati ad un sistema normativo nazionale che afferma che le nostre colture siano da ritenere assicurabili, anche se in realtà non lo sono. Infatti nessuna compagnia offre ad oggi un prodotto assicurativo per le nostre coltivazioni. Il nostro impegno sarà lungo e complesso, con l’obiettivo di ottenere un giusto riconoscimento dovuto ad una regione geograficamente piccola ma che ha al suo interno un’agricoltura di tutto rispetto. Nel ringraziarvi per tutte le segnalazioni e le foto inviateci, vi garantisco il mio personale impegno e quello di tutta la Cia Liguria per tentare di ottenere il riconoscimento dei danni subiti. Non sarà facile ma faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità”.

Tenuto conto delle giuste richieste degli agricoltori, sorge un pensiero un po’ malevolo nei confronti dei climatologi o pseudo tali. Perchè se oggi fa così tanto caldo, come loro dicono, non appena si fa’ vedere un po’ di vero freddo – quello che, sempre loro, dicono dovrebbe fare e non lo fa per il “global warming” -, come mai l’agricoltura ne soffre così tanto, se un tempo era normale? Un tempo le piante resistevano di più?

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