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“Banchieri”, visti da un banchiere

Presentato ieri sera a Genova, nella cornice affascinante del Palazzo San Giorgio, il libro “Banchieri” di Beppe Ghisolfi. Una serie di trentacinque biografie, autorizzate, di banchieri ed esperti di finanza italiani, visti non solo da vicino ma da qualcuno che sta nella “stanza dei bottoni”. Infatti Ghisolfi è Consigliere nell’esecutivo dell’ABI – Associazione Bancaria Italiana -, Presidente della Cassa di Risparmio di Cuneo e vice-presidente dell’ACRI – Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio Spa -, e ora, divenuto “grande”, oltre ai numerori impoegni istituzionali ha intrapreso l’attività di divulgatore, in  tv, con pubblicazioni su giornali e riviste, come autore di saggi. E con buon successo, stando alle cinquantamila copie vendute e alle moltissime traduzioni per il suo precedente “Manuale di educazione finanziaria”; il suo ultimo  “Banchieri”, ad un mese e mezzo dall’uscita, si è gia conquistato uno dei primi posti tra i bestseller della piattaforma Ibs.

Nel suo nuovo saggio, Ghisolfi racconta la storia di 35 tra i principali banchieri ed esperti di finanza in Italia, come Ennio Doris, Letizia Moratti, Luigi Abete,Gian Maria Gros Pietro, Antonio Patuelli, Giovanni Bazoli. Un approccio unico ai protagonisti del sistema bancario italiano, in più 500 pagine, vista l’ appartenenza dell’autore stesso alla “stanza dei bottoni”, che giunge al lettore con semplicità, chiarezza e, suscitandone la curiosità.

Durante l’incontro, Ghisolfi ha insistito sui temi dell’educazione e della trasmissione della conoscenza, in termini pratici e accessibili, dei meccanismi bancari e si è soffermato sul delicato argomento del recupero del rapporto fiduciario tra i risparmiatori e le banche.

“Lo dico sempre nel Comitato Esecutivo dell’ABI: recuperare il calo di fiducia nelle persone è sempre difficile, perché bastano pochi casi; quei pochi casi criminalizzano, nell’immaginario collettivo, tutto il sistema – così si è espresso l’autore, Ghisolfi – Il primo punto è comportarsi bene, in modo etico e cristallino. Se si segue un codice comportamentale trasparente alla lunga si recupera la fiducia. L’altro aspetto è quello della burocrazia, un problema che attanaglia tutto, ma specialmente le banche. Quando per la prima volta ho visto i moduli MiFID, quelli per la vendita dei prodotti finanziaria, la prima cosa che ho detto è: ‘non si capiscono’. Se un presidente di banca, professore, giornalista, revisore contabile come me non è in grado di capirli, significa che è stata creata una modulistica intricata e inaccessibile. Invece, c’è bisogno di grande semplicità. Poi c’è da considerare un fatto mediatico: le 513 banche che hanno lavorato bene non fanno notizia, invece quelle cinque che hanno fatto grossi pasticci fanno notizia e danneggiano ovviamente tutto il comparto bancario. Il risultato è il populismo, strali e critiche anche senza approfondimento, talk show impostati sulla rabbia, un antagonismo che nasce dalle delusioni e anche, troppo spesso, dalle strumentalizzazioni. Ecco perché è importante riagganciare la dimensione umana dell’economia, a partire dal sistema bancario”.

Presente in sala l’assessore regionale Ilaria Cavo, che ha accolto l’invito del “professore” a ideare progetti di istruzione e di formazione che possano coinvolgere i giovani nel mondo, a volte ostico, dell’economia e sulla conoscenza dei meccanismi finanziari. L’assessore, a sua volta, ha invitato Ghisolfi al prossimo Salone Orientamenti di Genova.

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