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CULTURA

Beppe Schiavetta espone al Pozzo Garitta

beppe schiavetta pinacoteca civica savonaEspone, al “Pozzo Garitta” di Albissola Marina, sino a domenica, Beppe Schiavetta; la rassegna è incentrata su lavori in ceramica e legno.
Schiavetta è nato a Savona nel 1949, ha studiato al liceo artistico Martini di Savona ed all’Accademia Albertina di Torino; ha collaborato con la “Fabbrica Mazzotti” e con la “Casa dell’Arte” di Danilo Trogu. Pittore e ceramista, Schiavetta si afferma negli anni 1970 ed è presente nei luoghi classici della tradizione della ceramica delle Albisole.
E’ rimasto qualche anno appartato, apprendiamo, ritornando poi all’attenzione del pubblico.
Le opere presenti al Pozzo Garitta rispecchiano, innanzi tutto, la sua personalità di ceramista. Anch’egli attratto dalle esplosioni e dai corrugamenti della materia, sembra però trattarli in modo più “lirico” e più sfumato rispetto alle crepe telluriche ed all’incandescenza di un Carlè, comunque con non minore suggestione. Le sue efflorescenze di ceramica evocano o sembrano evocare, ora forme floreali, ora capitelli di colonne, ora ricordi dei suoi quadri, non presenti purtroppo in questa circostanza ma che possono, ad una prima impressione, immergere l’osservatore in una “fusione” di luce e di colore in cui può ravvisarsi, attraverso il filtro della fantasia dell’autore, il manifestarsi della natura nei suoi vari aspetti, da quelli più drammatici, a quelli più sublimi, a quelli più intimi. L’artista ricorda, nei suoi dipinti, nelle avvolgenti e pregnanti ondate di colore, certe visioni “paniche” di William Turner; apprendiamo, tra l’altro, che erano state oggetto di alcuni suoi lavori le lettere di Plinio il Giovane a Tacito sull’eruzione del Vesuvio. In altre circostanze l’artista aveva modellato forme di giare immettendo, a tale oggetto comune, una certa monumentalità.
Impegnato quindi a cercare un nesso tra espressione della natura e creazione figurativa, tra manifestazione delle asperità della materia e trasformazione di essa in oggetto artistico, Schiavetta trova l’occasione, nella presente rassegna, di cogliere un significato estetico nella scultura in legno ispirata, chiaramente, a figure di provenienza lontana, esotica, degli indigeni dell’Oceania o dell’Africa Nera. Schiavetta forse ha riscontrato, in tali raffigurazioni, appunto quel rapporto tra materia ed espressione artistica che gli sta a cuore, che pulsa nel sentire primordiale di figure e simboli ancestrali e magici.
L’artista corre dalla raffigurazione, alla Turner, dei fenomeni materiali e naturali, alle espressioni della ceramica nei suoi aspetti materici, alle figure totemiche, partendo dalla più sofisticata forma di creazione per tornare a quella antica e primigenia in una coerenza che vede partecipi voci vicine e lontane, il legno come elemento semplice e di immediata reperibilità e la ceramica, frutto di esperimenti, di esperienze, di affinamenti; il legno, che può essere subito lavorato e la materia della ceramica, che richiede una preparazione per la quale sono necessari il fuoco e la terra…esperienze comunque ugualmente valide e fondamentali per raggiungere, attraverso la materia, il senso della creazione artistica.

Giorgio Siri

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