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CULTURA

BLUDIPRUSSIA ALLE CELLETTE DEL PRIAMAR

Ritorniamo indietro di alcuni giorni per riprendere l’interessantissimo evento d’arte che la Galleria Bludiprussia, di Albisola, ha organizzato, con l’appassionata cura della direttrice Paola Grappiolo, condividendo l’iniziativa con l’Associazione “Scoglio di Quarto”, dal 17 giugno al 2 luglio scorsi, a Savona, alle cellette del Priamar. E’ giunta così alla quinta edizione la rassegna “Perimetri d’Arte” che, quest’anno, ha ospitato otto artisti, Lorenzo Bocca, Alessandra Chiappini, Giuliana Consilvio, Armando Fettolini, Giacomo Nuzzo, Dolores Previtali, Novella Bellora, Giovanni Valentini, che si sono divisi il compito di confidare, all’osservatore, emozioni da condividere, percezioni dell’anima, ulteriori interrogativi sul senso mai chiarito dell’Arte!

Lorenzo Bocca è un architetto, dalla sua professione proviene l’uso abituale della “linea”, tracciata con strumenti geometrici, siano essi una squadra, una riga, un compasso; come pittore utilizza le “linee”per addentrarsi, e coinvolgerne l’osservatore, nel campo, a volte incline al mistero, dei segni e dei disegni che possono essere formati dall’applicazione della geometria, non con figure squadrate alla Mondrian preferibilmente, piuttosto con una avvolgente predilezione per forme tendenti all’ellissi che, forse, potrebbero trarre origine da motivi decorativi dell’architettura Liberty, quando non è un gioco di triangoli a ricordare un “contrappunto musicale”…

Alessandra Chiappini ci porta in un altro mondo: deserti lontani, anche nella mente, paesaggi sfumati in cui sembrano sovrapporsi memorie di viaggio e immaginazioni di regioni remote e fantastiche, richiamando qualcosa delle lande solitarie di taluni quadri di Ennio Morlotti e di quelle desolate che appaiono in qualche opera di Alfred Kubin, con in più una leggerezza, una indefinitezza, un aereo senso di distanza fisica e mentale che di lei sembrano propri e che, nella visionarietà sottile, la distinguono dalle allucinazioni di uno dei suoi maestri, Paolo Baratella, per approssimarla di più ad un altro di loro, Mario Benedetti! Poi la prospettiva cambia, quando propone una scultura “pomodoriana” raffigurante una rosa del deserto…

Giuliana Consilvio che, apprendiamo, ha altrove praticato esperienze diverse: da un espressionismo denso che giunge al caricaturale ad un vedutismo stranito e inquietante, nei lavori in esposizione al Priamar appariva impegnata in una ricerca di segni ad un tempo ancestrali ed attualissimi, rievocanti incisioni rupestri o formazioni microscopiche o sorprendenti minuscoli particolari di minerali o di pietre, oppure misteriosi elementi di un codice cifrato, rispondenti ad una sfuggente simmetria; tutto però rivisto alla luce di una volontà creativa che guarda, come fonte di ispirazione, al particolare, al cristallo minuscolo contenuto nella calce, ad un microcosmo in cui cercare qualcosa di complesso come il nostro pensiero…

Armando Fettolini, autore, a volte, di figure fantasmatiche, di visioni di paesaggi -dell’anima- scabri ed essenziali, era presente con il colore del mare, con tavole sulle quali una superficie di sfumature azzurre illudeva lo sguardo ad immaginare un richiamo marino, ora in una linea che può raffigurare l’increspamento di un’onda, o in riflessi richiamanti acquee trasparenze, ora in bagliori evocanti commistioni di luce nell’acqua, in albe o in tramonti che hanno lasciato un segno, riuscendo, nel contempo, a richiamare il ghiaccio di mari remoti o sognando le coste di terre situate in altri continenti, l’impressione dei quali è trasportata dall’acqua marina, fluido che lambisce ogni terra, senza soluzione di continuità; immergendovisi si è in contatto col mondo intero…ciò sembra costituisca l’idea marina di Fettolini, con un richiamo a certi mari del marchigiano Osvaldo Licini (1894 – 1958).

Giacomo Nuzzo, pittore e fotografo, proponeva acquarelli in cui erano presenti “orme”, come dai loro titoli, della natura forse, fossero esse richiami al fogliame del bosco o al letto di un fiume, o all’acqua di un ruscello, o a formazioni pietrose di scogli o di pareti di montagna, o comunque ad un accostamento di colori che, usato in una propensione squisitamente astratta, ha in sé abbastanza per esprimere l’idea di ambienti boschivi e fluviali, specie quelli della montagna, abituali forse all’autore, pur essendo il colore e solo esso, nella trasparenza dell’acquarello, ad impressionare l’osservatore, con alcuni tratti che fanno pensare a Giuseppe Santomaso.

Dolores Previtali sembra animata da un intento di impegno civile e mette a disposizione la sua ispirazione al doloroso tema dell’immigrazione; le sue figure fitte e seriali, semplici sagome che vogliono ricordare anonimi componenti delle folle dei barconi, possiedono in realtà, e singolarmente, una vivida forza drammatica che rammenta Giacometti o, nel suo plastico schematismo, il nostro Luigi Canepa.

Novella Bellora si conferma, almeno nell’occasione, maestra di un cromatismo vivace se non violento che pone in un colore esplodente, che ricorda a volte il nostro Beppe Schiavetta, dai toni accesi per non dire incandescenti, un’espressività che vuole richiamare i soggetti di forte propensione che intende comunicare : la “Cascata”, “Genesi”, “Oltre lo spazio”, mentre, apprendiamo, altrove la sua tavolozza è più sfumata e leggera…

Di Giovanni Valentini, presente con suggestive vedute spaziali, si vuole mettere in luce una relazione Arte – Scienza, ma sembra che le sua visione dello spazio, pur nell’apparenza di tavola illustrativa del cosmo, sia più da considerare sotto un profilo poetico, un afflato di ricerca di dimensioni lontane, raggiungibili con la mente, seppure riproducibili con geniali “equazioni” che l’autore, apprendiamo, formula per comporre i sui lavori. Seppure la sua biografia artistica sia imprescindibile da esperienze scientifiche e tecnologiche, l’impatto con le sue vedute astrali è comunque di coinvolgente emotività!

Riferiamo a parte delle “performances” che completavano la rassegna di Bludiprussia al Priamar.

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