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CULTURA

Esclusive visioni d’arte alla galleria Eleutheros di Albissola

La Galleria Eleutheros, in via Colombo, ad Albissola Marina, ha ripreso la sua attività, confermandosi come un polo di esclusivi eventi artistici, a cominciare, nel maggio scorso, da Lorenzo Taini, su cui vorremmo ritornare, mentre è prossima l’esposizione su Salino.
Taini è artista della linea essenziale, del “segno”, come egli stesso afferma, oppure dell’uniformità di colore; in tali modi era presente allo spazio Eleutheros; con straordinarie tavolette monocrome, inquadrate da cornici di accuratezza maniacale, che ricordano le superfici uniformi di Mark Rothko, uno dei principali esponenti dell’Action Painting, oppure con le ossessive ripetizioni di segni o di oggetti divenuti “segni”, come le ottocento matite apposte sul muro, che ripetono, o meglio “esternano”, la trama di taluni suoi lavori…
L’Arte è capace di rendere ogni cosa un oggetto di estetica e di ricerca sorprendente, in grado di cambiare i risultati delle apparenze; ciò che è ben evidente nei lavori di Taini, in una dimensione, per citare Lea Vergine, “dove tutto è esatto e tutto è mentito”e, se ben si riflette, tale affermazione è valida per qualunque espressione artistica, includendovi quelle del passato che molti, errando, ritengono di immediate e “realistiche” comprensione e leggibilità.
Taini appare serissimo quando afferma, riportiamo le sue parole, che il messaggio proveniente dal suo lavoro contiene: “…l’idea di contrasto tra segno che si scava e segno che si fa’ rilievo, tra linea irregolare dipinta a mano e linea regolare tesa tirando il filo sul telaio, tra cucitura e segno grafico, tra graffio e cicatrice.” Linee guida che esprimono un impegno sentito di ricerca formale che diviene od evolve verso un pensiero che potrebbe avere connotazioni filosofiche o esistenziali per quanto non possa denotarsi, nel lavoro dell’autore, pure un atteggiamento ludico o provocatorio od una propensione intellettualistica e cerebrale che, anche nel caso, potrebbe riguardare qualcosa di direttamente connesso ed attinente al significato dell’Arte; perché l’Arte è, in parte, ripensamento della realtà, individuazione, in essa, di uno o più elementi non soggetti al flusso costante o mutevole dell’accidentalità ma resi stabili a raffigurare, ad esprimere, a creare un “effetto” estetico. Così vale proprio per le accattivanti matite di Taini che, da semplice congerie di oggetti divengono un suggestivo richiamo, una composizione ossessiva ed inspiegabile, una illusione ottica che ricorda Vasarely, un’applicazione di fantasia creativa.
Taini si situa, con un certo compiacimento, in una linea di confine tra l’ispirare certezze sulla convinzione del suo messaggio o suscitare dubbi sulla possibilità della sua concreta realizzazione, fra creare un’illusione in cui la realtà assume un altro senso e la coscienza che proprio gli oggetti, nella loro materica consistenza, possiedono un senso sorprendente, fra l’astrazione più esclusiva ed escludente e la dimostrazione che la realtà più comune coinvolge o può coinvolgere il sentire più complesso! In tale dimensione, prossima ed inaccessibile ad un tempo, va considerata, ci sembra, l’interessante poetica dei suoi esperimenti!

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