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CULTURA

Giuliano Caporali…Contatti emozionali

E’ in corso sino al 4 giugno prossimo, alla Galleria – Centro artistico Bludiprussia, di Albissola Marina, una mostra di Giuliano Caporali che collima con i raffinati ed esclusivi intenti espositivi che Paola Grappiolo, la direttrice della Galleria, sembra voler perseguire.

Giuliano Caporali è un toscano di Arezzo, nato nei pressi della città, a Santa Mama, nel 1950. Disegnatore presso la Sopraintendenza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del suo Comune, in tale veste ha studiato in modo prossimo autori come Piero della Francesca, Beato Angelico, Signorelli, Vasari, Cimabue, curando elaborati, rilievi e grafici per il recupero e lo studio delle loro opere…

Caporali afferma che tale esperienza gli ha permesso di “…essere a -contatto- e respirare -le muffe- e le polveri dei colori degli antichi affreschi e delle tele” oppure rivela di aver “…tratto essenziali suggestioni dall’ambiente antico dei muri corrosi, delle loro crepe e fenditure, soffermandomi sul rapporto tra memori a e spazio, tra pittura e architettura…”

Forse è di lì che dobbiamo iniziare per comprendere il messaggio di questo autore che afferma ancora, di sé, di aver perseguito una “volontà assidua di sperimentazione”. Dobbiamo iniziare da tale sua inclinazione verso un “segno” , leggibile fra le pieghe riposte dell’osservazione, ma massimamente eloquente una volta decifrato! “Pittura 2” del 2015, sembra esprimere proprio allusioni alle muffe, alle incrostazioni, alle crepe di antichi muri, se non a ricordi di sinopie e di tracce di affreschi; e da lì ci addentriamo in un microcosmo cromatico che, all’autore, sembra caro e congeniale. Come se i vari “Senza titolo”, di anni anche precedenti, fossero ingrandimenti di particelle di colore, svelamenti di sorprendenti capacità espressive che un punto minuscolo, una semplice colatura, un piccolo riflesso, se proposti in grande scala, può contenere: sarebbe proprio la “…materia pittorica di energia raggrumata”, sempre secondo le parole dell’autore.

La pittura di Caporali rammenta il fascino dell’ avvolgente espressività astratta del colore che troviamo in artisti come Basaldella o Santomaso; con in più una predilezione, forse, per un’essenzialità ancora più concentrata e pura. Sembra che Caporali affidi al colore, e confidi in esso e nel suo espandersi, per metterci in “contatto” con le emozioni più riposte, ma al tempo stesso più evidenti, che la pittura suscita, perché l’effetto cromatico, la pienezza visiva, la suggestione delle sfumature di colore, la carica emotiva della materia, perché il colore è materia, rappresentano, in ogni caso, l’immediata e catturante forza di attrazione della pittura! Caporali, con la sua ricerca materiale, ci invita a riflettere su questo!

Il toscano Caporali poi, con le sue tele monocrome in cui si aprono squarci improvvisi di altro colore o riquadri dello stesso con una sfumatura più intensa o disegni dettati dall’inconscio, cui, per sua ammissione l’artista si terrebbe in stretto rapporto, ma non si sa sino a che punto, ammicca a qualche riverbero della sua terra, che ha dato alla pittura il paesaggio più tipicamente italiano, a qualche rimembranza del mare che la lambisce, ci sommerge poi con dei rossi e degli azzurri che forse, a sorpresa di chi, come scrive Michele Loffredo”…confina l’arte ad una serie di rappresentazioni più o meno leggibili, interpretabili e rassicuranti” – ma in realtà mai, aggiungo io – ebbene a sorpresa di costui, quei colori li noteremo in qualche tela di Beato Angelico o di Filippino Lippi o di Sandro Botticelli…Caporali ne estrae però la materia, il pigmento di quel colore, ricordandoci una continuità dell’arte pur nei più apparentemente laceranti contrasti!

Sempre Michele Loffredo rammenta, nella prefazione al catalogo di una mostra a Poppi, nel 2011, dal titolo “Trame” le intestazioni evocative di altre esposizioni: “Sublime materia”,”Assoluto”, “Informale”, “Liberamente”, “Silenzi”; forse il presente “Contatto” – pare già oggetto di rassegna anni addietro – di tali allusioni tematiche può essere il più rivelatore, perché suggerisce un approccio visivo od un accostamento ad una delle sue essenziali monocromie, simile proprio ad uno degli enigmatici inserti con cui l’autore ama turbarne la purezza, perché è un titolo che suggerisce una familiarità od una confidenza che l’autore vuole concederci, invitandoci ad una contemplazione in cui dovremmo ritrovare sue riflessioni o stati d’animo, può darsi, ma che pure, come detto, e forse soprattutto, ci mette in stretto “contatto” con una emozionante continuità di cui Caporali fa’ parte!

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