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ATTUALITÀECONOMIA

Gli albergatori della provincia di Savona dicono no alla tassa di soggiorno

“Noi non siamo d’accordo sulla tassa di soggiorno così com’è spiegata e per ben cinque anni non è stato applicato il regolamento regionale sul turismo”, ha dichiarato il presidente dell’unione albergatori di Savona Angelo Berlangieri in merito alla decisione di alcuni sindaci della provincia di Savona di applicare la tassa di soggiorno, “ed in Liguria sono sette anni che l’imposta non si applica. Siamo interessati a parlare di strategia e progetti per lo sviluppo del turismo e siamo stanchi di sentirci dire che le cose si faranno mentre mentre il mercato va avanti e perdiamo quote. Vi è un disequilibrio per ciò che riguarda la competitività fiscale e dobbiamo parlare di nuovi servizi per lo sviluppo dell’economia turistica e siamo d’accordo di affrontare una discussione per migliorare l’economia turistica e le infrastrutture. Grazie ad un incontro con i sindaci dei comuni coinvolti abbiamo costruito circa 30 prodotti turistici promossi all’estero denominati Italian Riviera. Generalmente si parla troppo d’imposte e poco di servizi e chi parla solamente di tasse lo farà senza il nostro aiuto”.
Dello stesso avviso un dirigente dell’associazione :”Il mondo delle associazioni è molto variegato ed i comuni, in questo periodo, pensano solamente a soldi extra, ma tutti coloro che hanno strutture ricettive pagano già molte tasse ed imposte ed occorre capire come stabilire una tassa equa avendo la necessità di parlare di idee giuste e corrette”.
“Berlangieri interpreta le nostre idee”, sottolinea Alessandra Segre, presidente dell’associazione albergatori di Albenga, “e parlare ad interlocutori credibili delle amministrazioni comunali. La tassa è pagata a fronte di nulla e le città non sono sicure, come ad esempio Albenga, mentre ad Alassio non vi è ancora il depuratore e sono del parere che la tassa dev’essere chiesta in base all’offerta”.
“I territori virtuosi hanno un approccio che immagina al presupposto del servizio reso al turista”, mette in evidenza Matteo Ravera, presidente dell’associazione Memorie Storiche, “e le varie offerte disponibili vengono messe in rete. A fronte di un prelievo ci si aspetta più servizi ed il turista deve capire cosa riceverà in cambio del pagamento di questa tassa. La mia opposizione principale è che i comuni impiegheranno queste entrate per migliorare i loro conti”.
“La tassa grava già su altre imposte e l’imu per le strutture ricettive è solo parzialmente detraibile”, espone il presidente dell’associazione degli albergatori di Finale Ligure, “ed il turismo dev’essere un investimento invece che una spesa. I comuni effettuano sul turismo troppi tagli e s’investe poco in questa materia e gli albergatori si fanno carico di spese promozionali un tempo fatte dai comuni. Se questa tassa si pagherà spero possa essere una tassa equa”.
“Manca una visione strategica ed occorre capire cosa serve per lo sviluppo ed individuare la fonte dalla quale si possono prendere le risorse”, riprende Berlangieri, “e la tassa è già stata introdotta da diversi comuni italiani, ma in Liguria non è stato così perchè non ho mai redatto un elenco delle strutture ricettive. Il vero problema è quello di capire chi compie attività di questo tipo in modo abusivo e la pressione fiscale delle strutture non incentiva investimenti”.
“Abbiamo da anni clienti fissi che ci giustificano le carenze ed il livello di accoglienza sale anche per gli investimenti fatti, ma il cliente, a fronte di questa tassazione, vuole qualcosa di nuovo altrimenti si rivolgerà in altre realtà geografiche”, conclude il presidente dell’associazione albergatori di Laigueglia.

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