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“Grazie di tutto Paco”, giocatori e dirigenti del Plodio salutano il loro compagno che presto rientrerà in Senegal

Alcuni dicono che sia solo un gioco. Ma è davvero qualcosa di più. Mentre state leggendo questo articolo, giocatori e dirigenti del Plodio, anche chi giocava lo scorso anno che per motivi personali ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, sono riuniti intorno al tavolo per salutare con calore Guye Papa Samba “Paco”, centrocampista senegalese che ha unito le sue sorti a quelle dei biancoazzurri nelle ultime stagioni.

Giocatori e staff del Plodio hanno voluto ricordare momenti vissuti insieme all’amico in partenza, per salutarlo con un sorriso. Lasciamo quindi subito spazio alle istantanee:

Stefano Broglio (dirigente): Ricordo quella domenica mattina in cui mi telefonò alle 1′:30 dicendomi che era con la macchina in panne a Casale Monferrato. Io e Fabio (Abate ndr) andammo a prenderlo all’autogrill perché c’era il derby con la Carcarese e Paco non poteva non giocarlo. Tra l’altro, fu la prima vittoria della storia del Plodio contro i biancorossi.

Alberto Lunati (difensore non più in attività): Averlo avuto seduto a fianco nello spogliatoio per due anni è stato fantastico, Risate su risate, soprattutto quando ci davano degli asini.

Simone Resio (attaccante): Ricordo quando mister Brignone di faceva il mazzo dopo le partite e all’improvviso nello spogliatoio riecheggiava sempre una canzone/preghiera proveniente dal telefono di Paco.

Massimiliano Brignone (allenatore): Ricordo la prima amichevole che abbiamo fatto a Plodio tre anni fa, contro il Murialdo. In mezzo al polverone, c’era un pallone alto e Paco lo ha addomesticato per poi fare un doppio passo, saltare l’avversario e giocare la palla a un compagno. In quel momento ho capito che avremmo potuto svoltare davvero. Con lui abbiamo cambiato modo di giocare a calcio a Plodio. Grazie Paco e a presto!

Mauro Gennarelli (attaccante): Uno dei ricordi senza dubbio più divertenti è stato quando un venerdì notte ci fermò la polizia a Savona e “pachito” alla guida fu il nostro asso nella manica (il perché lo si può intuire da quanto dirà Abate qualche commento più sotto). Ricordo con piacere le sue giocate e i suoi scherzi.

Roberto Bertone (ex giocatore e capitano per tre stagioni): Ricordo gli allenamenti del venerdì quando aveva male ma voleva allenarsi a tutti i costi e fare i tiri. Aveva troppa voglia di giocare la domenica per far vedere che non stava bene.

Emiliano Beltramo (centrocampista e capitano): Parlando di Paco mi vengono in mente le belle giocate e i bei dribbling. Difficile sceglierne uno in particolare. Ma quello che ricorderò sempre sarà il suo saluto con il sorriso ogni volta che arrivavo al campo. Metteva sempre il buon umore!

Paolo Ciappellano (esterno): Dribbling e visione di gioco non da tutti, movenze da giocatore di classe. Un giocatore al quale, se in giornata, è difficilissimo togliere la palla. Ma non solo tecnica, anche grande cuore.

Luca Spinardi (esterno): Purtroppo non ho avuto la possibilità di giocare molto con lui essendo entrambi perennemente infortunati, ma proprio per questo motivo abbiamo legato di più nello spogliatoio e nelle corsette intorno al campo del venerdì, sempre sperando di giocare qualche volta insieme la domenica.

Gabriele Cordini (centrocampista): Al primo allenamento lo abbiamo massacrato di calcio. poi lui ha messo giù il pallone e ci ha scartati tutti.

Fabio Abate (direttore sportivo): Non è per niente facile raccontare un solo aneddoto che possa rappresentare al meglio il nostro Paco. Paco è impossibile da descrivere, troppe sfaccettature hanno il suo essere e il suo carattere, ogni suo essere è un sorpresa. Il Paco calciatore ci ha lasciato senza fiato dal primo momento che lo abbiamo visto, un’ eleganza infinita associata ad una tranquillità tipica di un giocatore di altre categorie, la conduzione di palla con la testa alta a scrutare ogni minimo pertugio dove poter infilare il pallone per servire un compagno. Il Paco compagno di squadra ci ha rallegrato in ogni singolo allenamento, diventando ben presto il pupillo e l’amico di tutti. Il Paco religioso ci ha stupito per la sua perseveranza e costanza, così lontana dal nostro modo di essere, ma anche per una religiosità intelligente e tollerante molto di più di quello che siamo abituati a credere. Ma è soprattutto il Paco uomo che ci ha totalmente conquistato. Paco è allegria brasiliana, Paco è determinazione teutonica, il suo sguardo malinconico associato al più solare dei sorrisi, sa essere scanzonato e brioso ma anche austero e compassato. Paco chiede aiuto se ne ha bisogno, ma è il primo a darlo quando sa che qualcuno è in difficoltà. Ho milioni di aneddoti che potrei raccontare per spiegare chi è Paco, Paco è quello che veniva da me per assicurarsi che la carne non fosse di maiale o per essere sicuro che nei dolci non ci fossero alcolici, Paco è quello che, durante un post partita vittorioso contro il Sassello, in un bar a brindare, dopo infiniti vassoi di salame e prosciutti, fermò la cameriera e gli chiese un pollo, Paco forse ai mondiali tiferà per il Brasile e non per il Senegal, Paco è Robinho, Paco alla fine è un brasiliano mancato. Paco mi mancherà, tantissimo. Mi mancherà come giocatore, mi mancherà come uomo ma mi mancherà soprattutto come amico. Paco è stato il mio primo acquisto, con Paco era iniziato il nostro progetto per il Plodio. Ma è giusto cosi, Paco ci ha dato tanto, penso che noi abbiamo contraccambiato abbastanza, ma il suo cuore è sempre rimasto in Africa, dalla sua famiglia, ci abbiamo provato, presuntuosamente, a colmare il suo vuoto, non ci siamo riusciti, ed ora lui lascia noi con un vuoto, torna a casa un amico sincero, ma ti assicuro che la nostra amicizia non finirà mai, verrò a trovarti Leone, nel tuo Senegal, per ora ti posso solo dire grazie per quello che mi hai trasmesso e insegnato, per avere avuto la fortuna di essere entrato nelle tue amicizie. Magari veniamo a trovarti per festeggiare con te la vittoria del campionato, in fondo era un nostro sogno vedere il Plodio in Prima. Inshallah Leone.

 

 

 

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