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ATTUALITÀ

Spiagge libere? È finita la pacchia! Adesso si paga pure l’ingresso. L’ennesima “micro-rapina” per fare cassetta sulle spalle dei turisti

DI CARLO COLLA

Tanto per gradire! Arriva un altro ticket destinato questa volta ai turisti che sono soliti frequentare quelle che una volta erano le “spiagge libere” e, quindi, gratuite. Oggi tanto libere non lo sono più dal momento che alcuni comuni hanno avuto la “brillante” idea (che io ritengo non certo brillante ma squallida), di mettere un ticket per tutti coloro che frequenteranno le spiagge a partire dalla prossima imminente estate. Non soltanto, ma il numero degli ingressi sulle spiagge sarà limitato ad un certo numero dipendentemente dalla grandezza del litorale. Di qua a qualche anno occorrerà magari anche la prenotazione obbligatoria un anno prima e perché no? firmata dal capo dello Stato. Lasciando a voi ogni commento, qualora ce ne siano da fare, desidero rilasciare il mio pensiero personale che è un commento estremamente negativo e che dimostra eloquentemente che le “micro-rapine” ai danni dei cittadini continuano non sapendo davvero più come spillare quattrini dalle tasche degli Italiani, che, adesso, non sono nemmeno più liberi di recarsi in quelle che erano le “spiagge libere”: spiagge che venivano frequentate da quelle famiglie che non si possono certo permettere una cabina in uno stabilimento balneare. E così anche un giorno di spiaggia comincerà a costare anche lui ed andrà ad ingrassare le casse comunali: oltre al posteggio per l’auto si pagherà anche l’ingresso a spiaggia. Ma, udite, udite! Pare che alcuni comuni stiano decidendo di non far pagare l’ingresso ai bambini, ma solo ai loro genitori ed agli adulti. Propongo di dare una medaglia a queste amministrazioni comunali!! I comuni che stanno introducendo questa nuova inaccettabile tariffa si giustificano dicendo che i turisti sporcano e che le spiagge vanno tenute pulite pagando degli operatori addetti alla pulizia dei litorali. Sarebbe stato sufficiente far lavorare persone che devono prestare le ore nei cosiddetti “lavori socialmente utili” o coinvolgere dei volontari e dei sorveglianti senza andare a chiedere soldi a chi già ne spende per fare del turismo con le poche disponibilità economiche a disposizione. Alcuni comuni hanno voluto specificare che non si tratta di un vero e proprio “ticket”, ma di un “contributo”: spiegatemi voi dove sta la differenza. Differenza non c’è ne è proprio: scopo unico è fare ancora una volta “cassetta” e prendere soldi anche a chi non ne ha! Non si conoscono ancora le tariffe che saranno applicate per entrare in spiaggia, ma, certamente varieranno da comune a comune: se anche il biglietto dovesse costare due o tre euro a persona si tratta pur sempre di un furto legalizzato al quale noi italiani siamo aimè purtroppo abituati a patire. L’idea di pagare per andare a fare un veloce bagno alla spiaggia mi risulta veramente inaccettabile e limitativa della libertà personale. Il prossimo ticket sarà quello che verrà imposto per il fatto che i bagnanti, facendo il loro bagnetto, vanno ad inquinare il mare, magari facendo la “pipì'” se scappa loro. Non ho parole se non dissociarmi decisamente ed invitando i turisti a cercare spiaggette ed insenature dove non ci sia un ingresso a pagamento. Non è soltanto un problema di euro, ma di stile! E, di stile, in Italia ne abbiano poco!

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