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ATTUALITÀ

I giovani crescono male perché non sanno affrontare i momenti difficili.

Quello che si sente dire sempre più spesso da insegnanti e dagli stessi genitori è che i giovani d’oggi, nonostante la loro apparente spavalderia, sono sempre più insicuri ed incapaci di affrontare e superare le difficoltà rispetto ai giovani delle generazioni precedenti, nemmeno troppo lontane. Dietro l’evidente immagine di farsi vedere come uomini già maturi e navigati e dietro il desiderio di farsi notare come personaggi decisi e volitivi, si nasconde un’insicurezza che emerge di fronte alle prime difficoltà che la vita loro presenta. Difficoltà che vanno dagli insuccessi scolastici, alle mancate affermazioni a livello sportivo, alla difficoltà di dialogare e rapportarsi spesso con i propri coetanei, alla precarietà del rapporto con l’altro sesso. Il tutto aumenta quel disagio giovanile che non è ancora stato ben definito, ma che si avverte in moltissime situazioni con atteggiamenti e comportamenti di “quasi-fuga” dalla realtà. La famiglia ed i genitori spesso in “tutt’altre faccende affaccendati”, non avvertono nemmeno questi disagi se non quando essi sfociano in manifestazioni eclatanti per non dire quasi drammatiche. C’è da porsi veramente l’interrogativo del perché molti, troppi, giovani vivano avvolti da questo alone di insicurezza che si concretizza nel non saper prendere delle decisioni, nel non saper fare delle scelte, nel non sapersi prendere nessuna responsabilità oltreché non avere le idee minimamente chiare in merito al loro futuro. Anche se non lo danno a vedere e non lo chiedono, i giovani d’oggi hanno bisogno di sentirsi sempre e comunque “protetti” essendo consci che, in caso di bisogno e di necessità, qualcuno li aiuterà a “venirne fuori”, perché queste incertezze, perché queste insicurezze, perché questa tendenza a fare “come gli struzzi” cercandosi di nascondere dall’affrontare i propri problemi? Anzitutto cerchiamo di capire e di comprendere che i nostri giovani di problemi ne hanno più di uno, molti dei quali legati alla modernità dei tempi. Se buona parte di colpa va addossata a questa nostra società che impone, anche ai giovani, ritmi di vita sempre più pressanti, credo che la maggiore responsabilità vada addossata ai genitori che, quasi inconsapevolmente, cercano di rendere tutto sempre molto facile ai loro figli che pretendono a loro volta tutto e subito compreso il ” latte di gallina” a colazione, pur sapendo bene che la gallina può fare le uova, ma non il latte! Molti, troppi genitori, assenti dal rapporto di quotidianità con i figli, cercando di farsi perdonare la loro assenza non facendo loro mancare nulla ed offrendo una protezione esagerata. Il risultato evidente è che il ragazzo, alla sua prima difficoltà, senza il papà o la mamma non è capace di venirne fuori da solo. Se nei decenni addietro l’educazione dei giovani era certamente troppo dura e rigida, oggi, questa, ha perduto nel tempo la sua valenza fino al punto di perdere di vista tutti gli obiettivi utili per una crescita psico-fisica regolare. Guai a castigare i giovani quando se lo meritano, guai a sgridarli o rimproverarli; guai a parlar loro in modo chiaro; guai a non comperare loro il motorino anche quando non se lo meritano proprio; guai a non farli divertire o lasciarli ancor in giovane, età di andare in discoteca con gli amici. Guai a fargli mancare tanti soldini nelle tasche o non comprargli il telefonino all’ultima moda o non acquistare loro le scarpe o le magliette firmate!

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